Livorno capitale europea della stampa
Durante il Settecento, nel porto mediceo attraccano navi di tutte le nazionalità, e la città, un’attraente tappa per i turisti del Grand Tour, è così nota che il commediografo Carlo Goldoni, che a lungo vi soggiorna, ambienterà la sua Trilogia della villeggiatura (1761) a Livorno e a Montenero, il colle a sud di Livorno dove i ricchi livornesi hanno costruito le ville che d’abitudine raggiungono durante i mesi estivi, per proteggersi dal caldo afoso della città e dalle epidemie di colera. Durante il Settecento Livorno è uno dei centri tipografici più importanti d’Italia, non solo per il numero di editori e per la qualità e la perfezione della stampa, ma anche per la scelta delle opere che vi si pubblicano.
Solo a Livorno, città che godeva di una certa libertà anche a livello sociale e politico (nel Granducato si diceva “La legge di Toscana dura una settimana, la legge di Livorno dura soltanto un giorno”), potevano essere stampate opere come la terza edizione dell’“Encyclopédie” di Diderot e d’Alembert (1770-1778) e la prima edizione di un testo fondamentale dell’illuminismo italiano come “Dei delitti e delle pene” (1764) di Cesare Beccaria. Un’altra particolarità di Livorno è data dal grande patrimonio iconografico di cui si è dotata nei se- coli: è una delle città italiane con maggiore corredo di stampe antiche.
Gli ebrei a Livorno
Con le Leggi livornine del 1591 e del 1593 il Granducato di Toscana si prefigge lo scopo di attrarre a Livorno il maggior numero di ebrei spagnoli e portoghesi (sefarditi, da Sefar, Spagna in ebraico) espulsi dalla penisola iberica nel XV secolo. Esse contengono molte agevolazioni (possedere beni immobili, ad esempio) per cui moltissimi ebrei arrivano a Livorno, portandosi dietro le loro conoscenze e abilità nei commerci.
Con gli ebrei la città si sviluppa rapidamente, ma anche altre Nazioni sono attratte dalle facilitazioni commerciali del porto franco. In breve tempo gli ebrei diventano il 10% di tutta la popolazione. Essi costruiscono una Sinagoga (la seconda d’Europa per bellezza e grandezza dopo quella di Amsterdam) che purtroppo viene distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Gli ebrei a Livorno possono celebrare i loro riti liberamente e la città non ha mai avuto un ghetto, unico esempio in Europa. Il clima di tolleranza e i privilegi favoriscono la fioritura degli studi ebraici. In questo campo Livorno si afferma per almeno tre secoli come città ideale: rabbini e studiosi vi accorrono e vi trovano un ambiente favorevole, mecenati disposti ad aiutarli e a finanziare studi e pubblicazioni, istituti d’istruzione e accademie talmudiche, ognuna delle quali dotata di una biblioteca ben fornita. Le tombe dei grandi Maestri che hanno soggiornato a Livorno sono ancora oggi visitabili presso il Cimitero Monumentale di Via Ippolito Nievo.
Con gli ebrei la città si sviluppa rapidamente, ma anche altre Nazioni sono attratte dalle facilitazioni commerciali del porto franco. In breve tempo gli ebrei diventano il 10% di tutta la popolazione. Essi costruiscono una Sinagoga (la seconda d’Europa per bellezza e grandezza dopo quella di Amsterdam) che purtroppo viene distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Gli ebrei a Livorno possono celebrare i loro riti liberamente e la città non ha mai avuto un ghetto, unico esempio in Europa. Il clima di tolleranza e i privilegi favoriscono la fioritura degli studi ebraici. In questo campo Livorno si afferma per almeno tre secoli come città ideale: rabbini e studiosi vi accorrono e vi trovano un ambiente favorevole, mecenati disposti ad aiutarli e a finanziare studi e pubblicazioni, istituti d’istruzione e accademie talmudiche, ognuna delle quali dotata di una biblioteca ben fornita. Le tombe dei grandi Maestri che hanno soggiornato a Livorno sono ancora oggi visitabili presso il Cimitero Monumentale di Via Ippolito Nievo.